“No ,ho
detto no, sono le mie ultime parole al riguardo.”
“Mamma! Tu
non capisci!”
“Oh, ti
sbagli, capisco eccome! Figlio mio non hai l’età per scoprire cosa ti attende
là fuori: è pieno di gente falsa e di truffatori!”
“Questo è
quello che pensi tu. Non sono più un bambino,ormai.”
Queste
furono le ultime parole che Gilbert rivolse alla madre un po’ di anni fa.
Bambini, mi
rivolgo a voi, la storia che vi sto per raccontare ha qualcosa di speciale
perché oggi vi svelerò chi è quell’omino tutto strambo che viaggia per il mondo
insieme ad una piccola valigia marrone.
Vi svelerò chi è il donatore dei sogni!
Adesso
riprendiamo la nostra storia. Dunque dove ero rimasta? Ah, già…
Il povero
Gil corse a chiudersi in camera sua. Si mise a piangere e ogni sua lacrima
faceva crescere in lui odio e dolore.
“Non è
giusto, non è giusto!” Tirò su col naso e accecato dalla rabbia prese a pugni
il cuscino sfasciandolo completamente.
“Nella mia
vita non ho mai vissuto un momento felice…” pensava triste” Non ho nonni, non
ho padre, non so quale sia il valore di avere degli amici, delle persone che ti
vogliono bene; inoltre vivo in una stupida casa sperduta in Texas…” cadde a
terra sfinito. Piangeva ancora. Le piume del cuscino volteggiavano in aria fino
a posarsi dolcemente sul suo corpo ”…come se non bastasse non ho la minima idea
di cosa sia la vita fuori da qui.”
Al piano di
sotto di quella dimora la signora Irotangos, intenta a pelare patate, ragionava
su che futuro potesse avere un giorno suo figlio. Ci pensò e prese una
decisione; salì le scricchiolanti scale in legno. Gilbert aveva chiuso a chiave
la porta della sua stanza.
“Tesoro?
Vestiti, usciamo!”
Quella frase
rimbombò nella testa di Gil. Si infilò gli scarponcini, incredulo. Prese dalla
tasca dei jeans la chiave in ottone e aprì. A momenti credeva si trattasse di
un sogno divenuto realtà! Con gli occhi colmi di speranza e gioia fissò
intensamente la madre.
“Figliolo, è
tempo che tu sia libero di andare dove desideri in questo vasto mondo. Potrai
farti degli amici e scoprire cose che non sai. Finalmente potrai pensare al tuo
futuro. Forza! Scendiamo e andiamo via” affermò sorridendo al nostro
protagonista.
Lui non
rispose, era immerso nei suoi pensieri ed era troppo estasiato per riuscire a
parlare.
Il portone
si spalancò. Una luce immensa accecò gli occhi del bimbo che non seppe
trattenere un “Wooow!” di stupore. “Sì, wow. Ecco da cosa ti ho tenuto protetto
per tutti questi anni. Sai è stato magnifico averti visto crescere.” Si
abbracciarono appassionatamente e Gilbert sentì l’amore della famiglia dentro
di sé. In quell’istante gli sembrò che tutto fosse possibile e fu proprio in
quel momento che una piccola valigia marrone apparve davanti a loro.
“Gil…penso
che tu abbia già un lavoro ed è proprio adatto a te!” L’abbraccio si sciolse
con dolcezza.
Gilbert,
spiazzato, prese la valigia e l’apri con ansia. Ma, che succede?!
Era vuota! Nell’istante in cui fece l’atto di
richiuderla accuratamente la signora Irotangos gli porse dei vestiti molto
strani e fantasiosi: una lunga giacca, una camicia a quadri colorati, un
papillon e un cilindro avvolto da un nastro blu.
“Li
tramandiamo di generazione in generazione. Tu,piccolo mio, li indosserai per
svolgere il tuo compito. Il lavoro che hai è importante per il pianeta, è
importante per l’umanità.”
Ci fu una
pausa nel discorso emozionante tenuto dalla mamma.
“Non hai
ancora capito Gil?”
Gilbert
ascoltava con gli occhi che gli brillavano come diamanti ma l’espressione del
suo visetto tondo era perplessa…
”Tu sei il
donatore dei sogni!”