mercoledì 20 novembre 2013

Il 'mio' Caronte/2

 



Mi  sono sempre immaginato Caronte con il cappuccio sulla faccia,  gli occhi assatanati e la schiena a punto interrogativo.
 
Ad un certo  punto ho cambiato idea: l'ho immaginato come se sentisse il passare  degli anni e, iniziandosi a stancare del lavoro svolto, divenisse il"nonno pazzo" dei morti e non prendesse più il suo lavoro con  serietà ed impegno.
 
Assolutamente non me lo immagino come  nell’affresco di Michelangelo.
 
C’è da chiedersi se quel pittore abbia  mai sollevato la copertina della Divina Commedia, mai un tratto che lo  raffiguri o lo possa minimamente ricordare. Ha cambiato tutto!
 
Il  Caronte classico per me è quello dei miti greci come quello dei tempi  di Ulisse che aveva la barba lunga color neve e gli occhi di fuoco. 
Nel ritratto di Michelangelo, per me, è troppo muscoloso, alto e  arrabbiato (che tra l’altro non si capisce con chi perché non si sa  chi prende a bastonate).
Altra cosa che mi lascia perplesso è lo  sfondo: troppo calmo come cielo, nei racconti in cui è raffigurato  l’Inferno lo si descrive buio, cupo e straziante, qui invece viene  raffigurato come una celestiale giornata di primavera.
 
In questo  dipinto mi lasciano perplesso varie cose e non credo proprio che  assomigli a quello di Dante.
 
Emidex (2^F)

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