sabato 25 gennaio 2014

Il detective pensionato


Si alzò faticosamente dalla poltrona e si diresse in camera da letto.  Aprì l’armadio e accarezzò con gesti di nostalgia la sua ormai vecchia divisa da poliziotto.

Il vecchio pensionato Luigi faceva questo rito ogni giorno perché il suo sogno era tornare commissario.

La sua mattina abituale funzionava cosi : si alzava alle undici,mangiava un panino per pranzo e dormiva tutto il pomeriggio. Insomma ,questa vita da sfaccendato lo aveva reso stufo.

Lui voleva rivivere la brezza di un tempo, gli piaceva scoprire i misteri nascosti, stare con gli amici. Ma soprattutto voleva nuovamente indossare la sua vecchia divisa con le stelle d’oro,con i vari distintivi ricevuti negli anni. Anche il suo cappellino con la visiera tutto blu. Il suo completo era davvero elegante, ma ciò che al commissario faceva sentire un vero professionista,era la sua cintura in pelle con tre asole: una per la pistola,una per il telefono di lavoro e, infine una per le manette. Questo bellissimo completo a volte non lo usava:  ad esempio, quando c’erano delle rapine in banca, lui arrivava, con i suoi aiutanti, in borghese di modo che i rapinatori non si accorgessero della sua vera identità.

Mentre Luigi vagava nei suoi ricordi, suonarono alla porta.  Era Simone, il suo migliore amico. L’ex commissario aprì e vide il suo caro amico con un pacchetto fra le mani. Luigi gli fece cenno di entrare. Appena varcò la soglia gli consegnò il regalo. Egli si sedette, scartò il regalo e vide che c’erano dei cioccolatini. L’amico gli svelò: ”Io li ho portati in onore della nostra carriera!” accompagnò la frase con un tenero sorriso.  Luigi contraccambiò e poi gli rivelò: ”Vedi io…non sono in pensione ma mi sono ritirato!” Simone tirò un sospiro sorpreso: ”Come!?!” Luigi spiegò: ”Be’…un giorno ho sentito una discussione tra i capi e, fra i vari argomenti trattati, ci fu anche quello di chi mandare via…In mezzo a quel discorso William Louis…si soffermò un attimo, tirò un libro contro il muro e continuò :”Quell’idiota disse:<<Perché non ci leviamo di torno Luigi?>>. Mi bastarono quelle parole per prendere la mia decisione!

Simone ,rattristato, lo rassicurò: ”Non prenderla così, sai che William fa degli scherzi che feriscono! Però a te piace il tuo lavoro?”

Luigi sospirò: ”E’ ovvio, però…!”

Il caloroso amico lo fermò:”Vedi,sai che ti dico?Oggi stesso andremo alla base per  chiedere la riassunzione!”

Detto questo, si alzò e si diresse verso la porta, ma fu frenato dal suo amico: ”Ok, però mi voglio travestire!”

L’amico tirò un sospiro e andò. Il negozio per travestimenti era lì nei paraggi, quindi Luigi stette ad aspettare l’amico davanti ad uno dei suoi fumetti preferiti. Dopo venti minuti di attesa,Simone tornò,diede il sacchetto all’amico e disse con il fiatone:”Ora provali e guarda se vanno bene! Spero che ti piacciano!”

Luigi  esegui l’ordine :”Perfetti, poi sono anche un po’ ingrassato, quindi non mi riconosceranno ,terrò notte e giorno i miei Ray-Ban con le lenti scure!” Simone annui : ”Facciamo che io entro dicendo che sei mio cugino e che vuoi entrare nella carriera!” Luigi si preparò con la divisa, le scarpe, la parrucca, i baffi e i Ray-Ban

.Uscirono, alla guida della Jaguar blu ci stette Simone che guidava sempre sicuro e ide veloce, proprio lo stile di guida che l’ex commissario adorava!

Arrivati a destinazione, Simone parcheggiò e chiese a Harry Clooney :”Questo è un mio lontano cugino,può venire a lavorare qui?”Il dirigente rispose: ”Beh..dovremmo metterlo sotto una serie di prove!” Luigi annui guardando con emozione il suo amato luogo. Quel posto era un hotel dove alloggiavano i poliziotti e il loro luogo di lavoro era poco distante. Modificando la voce: ”Certo va bene! Quando iniziamo?”-domandò con aria interessata. Harry Clooney, con un sospiro: ”Iniziamo oggi!” –lo informò con un grande sorriso. Luigi annuì. Simone disse:”Beh..io vi lascio da soli…” Iniziando ad incamminarsi ,fu fermato da Harry: ”No! Tu resti perché, da buon detective,devi dare istruzioni a tuo cugino! ”Simone  allora restò. Harry, senza esitare, scosse un campanellino, arrivò l’inserviente di nome Albert. Il direttore ordinò: ”Albert, mostragli le loro camere!”

 Il fattorino esegui l’ordine, salirono due rampe di scale e arrivarono davanti ad una porta in legno con un’insegna in acciaio con sopra scritto 16. Luigi, entrando nella camera, riconobbe che era la sua. Quella moquette verde con quei piccoli fiori gialli,la tappezzeria color crema,gli armadi bianchi e lo specchio che prendeva tutto il corpo gli ricordavano la prima volta che era entrato lì a venti due anni. Ora ripensare a quel  momento era bellissimo. Rimase per un attimo estasiato,poi fu Albert a dirgli: ”Signor..”

Luigi :”Sì, scusi?”

Dopo che Albert ebbe spiegato tutto, se ne andò. Il detective decise di farsi una dormita.  




Verso le sei venne svegliato di botto da un allarme, sentì urla e grida. Come prima idea gli venne di andare a cercare Simone. Uscì dalla camera e vide delle fiamme, poi decise di mantenere la calma, si affacciò alla finestra e vide che c’era il tubo dell’acqua, così prese il lenzuolo, lo legò alla finestra, si calò, prese l’acqua e la spruzzò sull’edificio. Entrò e per  fortuna, tutti erano salvi.

Il dirigente che sembrò aver capito la vera identità del commissario, gli fece un sorriso: “ Luigi, ci hai salvati per la seconda volta! “
 Emi (2^D)

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