Si alzò faticosamente dalla poltrona e si diresse in camera
da letto. Aprì l’armadio e accarezzò con
gesti di nostalgia la sua ormai vecchia divisa da poliziotto.
Il vecchio pensionato Luigi faceva questo rito ogni giorno
perché il suo sogno era tornare commissario.
La sua mattina abituale funzionava cosi : si alzava alle
undici,mangiava un panino per pranzo e dormiva tutto il pomeriggio. Insomma
,questa vita da sfaccendato lo aveva reso stufo.
Lui voleva rivivere la brezza di un tempo, gli piaceva
scoprire i misteri nascosti, stare con gli amici. Ma soprattutto voleva
nuovamente indossare la sua vecchia divisa con le stelle d’oro,con i vari
distintivi ricevuti negli anni. Anche il suo cappellino con la visiera tutto
blu. Il suo completo era davvero elegante, ma ciò che al commissario faceva
sentire un vero professionista,era la sua cintura in pelle con tre asole: una
per la pistola,una per il telefono di lavoro e, infine una per le manette.
Questo bellissimo completo a volte non lo usava: ad esempio, quando c’erano delle rapine in
banca, lui arrivava, con i suoi aiutanti, in borghese di modo che i rapinatori
non si accorgessero della sua vera identità.
Mentre Luigi vagava nei suoi ricordi, suonarono alla porta. Era
Simone, il suo migliore amico. L’ex commissario aprì e vide il suo caro amico
con un pacchetto fra le mani. Luigi gli fece cenno di entrare. Appena varcò la
soglia gli consegnò il regalo. Egli si sedette, scartò il regalo e vide che
c’erano dei cioccolatini. L’amico gli svelò: ”Io li ho portati in onore della
nostra carriera!” accompagnò la frase con un tenero sorriso. Luigi contraccambiò e poi gli rivelò: ”Vedi
io…non sono in pensione ma mi sono ritirato!” Simone tirò un sospiro sorpreso: ”Come!?!”
Luigi spiegò: ”Be’…un giorno ho sentito una discussione tra i capi e, fra i
vari argomenti trattati, ci fu anche quello di chi mandare via…In mezzo a quel
discorso William Louis…si soffermò un attimo, tirò un libro contro il muro e
continuò :”Quell’idiota disse:<<Perché non ci leviamo di torno
Luigi?>>. Mi bastarono quelle parole per prendere la mia decisione!
Simone ,rattristato, lo rassicurò: ”Non prenderla così, sai
che William fa degli scherzi che feriscono! Però a te piace il tuo lavoro?”
Luigi sospirò: ”E’ ovvio, però…!”
Il caloroso amico lo fermò:”Vedi,sai che ti dico?Oggi stesso
andremo alla base per chiedere la
riassunzione!”
Detto questo, si alzò e si diresse verso la porta, ma fu
frenato dal suo amico: ”Ok, però mi voglio travestire!”
L’amico tirò un sospiro e andò. Il negozio per travestimenti
era lì nei paraggi, quindi Luigi stette ad aspettare l’amico davanti ad uno dei
suoi fumetti preferiti. Dopo venti minuti di attesa,Simone tornò,diede il
sacchetto all’amico e disse con il fiatone:”Ora provali e guarda se vanno bene!
Spero che ti piacciano!”
Luigi esegui l’ordine
:”Perfetti, poi sono anche un po’ ingrassato, quindi non mi riconosceranno ,terrò
notte e giorno i miei Ray-Ban con le lenti scure!” Simone annui : ”Facciamo che
io entro dicendo che sei mio cugino e che vuoi entrare nella carriera!” Luigi
si preparò con la divisa, le scarpe, la parrucca, i baffi e i Ray-Ban
.Uscirono, alla guida della Jaguar blu ci stette Simone che
guidava sempre sicuro e ide veloce, proprio lo stile di guida che l’ex
commissario adorava!
Arrivati a destinazione, Simone parcheggiò e chiese a Harry
Clooney :”Questo è un mio lontano cugino,può venire a lavorare qui?”Il
dirigente rispose: ”Beh..dovremmo metterlo sotto una serie di prove!” Luigi
annui guardando con emozione il suo amato luogo. Quel posto era un hotel dove
alloggiavano i poliziotti e il loro luogo di lavoro era poco distante.
Modificando la voce: ”Certo va bene! Quando iniziamo?”-domandò con aria
interessata. Harry Clooney, con un sospiro: ”Iniziamo oggi!” –lo informò con un
grande sorriso. Luigi annuì. Simone disse:”Beh..io vi lascio da soli…”
Iniziando ad incamminarsi ,fu fermato da Harry: ”No! Tu resti perché, da buon
detective,devi dare istruzioni a tuo cugino! ”Simone allora restò. Harry, senza esitare, scosse un
campanellino, arrivò l’inserviente di nome Albert. Il direttore ordinò: ”Albert,
mostragli le loro camere!”
Il fattorino esegui
l’ordine, salirono due rampe di scale e arrivarono davanti ad una porta in
legno con un’insegna in acciaio con sopra scritto 16. Luigi, entrando nella
camera, riconobbe che era la sua. Quella moquette verde con quei piccoli fiori
gialli,la tappezzeria color crema,gli armadi bianchi e lo specchio che prendeva
tutto il corpo gli ricordavano la prima volta che era entrato lì a venti due
anni. Ora ripensare a quel momento era
bellissimo. Rimase per un attimo estasiato,poi fu Albert a dirgli: ”Signor..”
Luigi :”Sì, scusi?”
Verso le sei venne svegliato di botto da un allarme, sentì
urla e grida. Come prima idea gli venne di andare a cercare Simone. Uscì dalla
camera e vide delle fiamme, poi decise di mantenere la calma, si affacciò alla
finestra e vide che c’era il tubo dell’acqua, così prese il lenzuolo, lo legò
alla finestra, si calò, prese l’acqua e la spruzzò sull’edificio. Entrò e
per fortuna, tutti erano salvi.
Il dirigente che sembrò aver capito la vera identità del
commissario, gli fece un sorriso: “ Luigi, ci hai salvati per la seconda volta!
“
Emi (2^D)
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