martedì 26 novembre 2013

Io come Dante


… Lui mi chiese chi mi aveva fatto da guida ed io iniziai a raccontare…
Era il 18 Febbraio e, come al solito, quel giorno, all’alba, inviavo un messaggio a mio fratello per il suo compleanno, anche se sapevo che non mi avrebbe risposto a causa del rapporto che, invecchiando, peggiorava sempre più.
Per me inviare un messaggio richiedeva tempo perché mi avevano diagnosticato un’artrosi alle mani, inoltre al mattino presto, in occasione del compleanno di qualche mio fratello, spedivo una lettera e qualche regalo che mi apparteneva ed era carico d’affetto per me e per i miei genitori che ormai non c’erano più.
Ormai ero anziana e mi recavo a Messa, specialmente il 18 perché era l’anniversario di morte di mia nonna, che non ho mai conosciuto. Quella sera decisi di fermarmi a parlare con il mio prete, quasi centenario, che mi conosceva da quando ero bambina. Iniziai a parlargli quando sentii un dolore fortissimo al petto, lui provò chiamare aiuto, ma quando tornò da me… Io… Non c’ero già più.
Mi risvegliai in un prato tutto verde e percepii una voce che non avevo mai sentito, una voce così bella che non sapevo descrivere. Mi rialzai e vidi uno specchio; mi guardai ed ero tornata bambina, poi vidi una signora che mi prese per mano e iniziò a parlarmi dicendomi di chiudere gli occhi. Prima, però, mi cadde l’occhio su una collana che portava al collo: era una bellissima catenina d’oro con un cuore spezzato con scritto “Sant’Antonio proteggi il mio sposo”, proprio come quella che aveva mio nonno.
Io, subito, le chiesi se era lei la mia nonna mancata, ma lei mi rispose con un’unica frase: “Vieni e seguimi, fidati di me”. Mi prese la mano e mi ordinò di chiudere gli occhi.
Quando li aprii, vidi un luogo tutto rosso pieno di anime tristi. Bisognava stare zitti.
Dopo, mentre camminavo, mi resi conto che stavamo camminando verso l’Inferno; proprio dopo aver realizzato, entrammo nel cosiddetto “Cuore dell’Inferno”. Mi fecero sedere su una poltroncina con sotto tutto del fumo rosso, come i fumogeni che lanciano nella Nord, però puzzavano di meno… Comunque tornando a noi…
Mentre aspettavo, un ragazzino vestito di bianco mi spiegò che potevo venire al piano superiore. Continuando a camminare più avanti c’erano tre porte, una grande, una media e una piccola.
Io andai un po’ preoccupata. Quando arrivai, su ogni porta, tranne in quella più piccola, c’era scritto “La tua strada è dietro questa porta, non avere paura di entrare.”
Visto che ero una bambina, ragionavo come quando avevo dodici anni, perciò stavo per entrare nella porta grande quando il rumore di alcuni passi mi spaventarono.
Presa dalla paura, volevo entrare nella porta media, ma un flashback mi fece cambiare idea. Mi ero ricordata che il Vangelo recita “Non entrare nella porta larga e grande, ma nella porta stretta e piccola”. Così, senza ripensarci due volte, corsi dalla porta piccola, entrai con qualche difficoltà, e, appena entrata, un gruppo di nuvole color avorio mi fecero da “trasporto”. Rividi quella signora ed ero sempre più convinta che fosse mia nonna, poi quel ragazzo spuntò di nuovo e mi spiegò che ero nel Purgatorio.
 Lì c’erano molte anime che mi sembrava di conoscere. Erano legate con una catena al piede e in fondo avevano una specie di pietra tutta rotonda e nera. Li, prima di entrare nel Paradiso, c’era una grande porta tutta con degli ornamenti d’oro.
C’erano due santi, San Giovanni e San Pietro, che aprivano una lunga pergamena ad ogni anima che si fermava per entrare nel Paradiso. Iniziavano a leggere la vita di colui che si presentava. Infatti, c’era da fare una fila lunghissima, come quella delle Poste. Il tempo sembrava che non passasse mai. Ad un certo punto toccava a me; iniziarono a leggere la mia vita fino a dodici anni, ed è per quello che le anime le trasformavano in ragazzi.
Alla fine del racconto mi commossi, mi diedero la pergamena e mi annunciarono che potevo salire al piano di sopra. Piano piano mi alzavo e lasciavo il Purgatorio per entrare nel Paradiso.
Lì incontrai tutti i miei parenti.
Per ultima arrivò quella signora misteriosa e pronunciò la frase più bella di tutta la mia vita: “Sono io, tua nonna”.
Ero felice anche se ero morta! …
 Lui mi disse che è stato un bel viaggio, e io, molto contenta, me ne andai…
Maddy1893 (2^D)



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